VFR 1200 DCT contro VFR 1200 F

VFR 1200 DCTLa Honda VFR 1200 F sin dal suo lancio nel 2009, è stata la prima moto commercializzata in due versioni, una con il classico cambio manuale e l’altra con l’innovativo cambio automatico a doppia frizione DCT (Dual Clutch Transmission), sul listino italiano è scritto s.d.f.
Per conoscere il funzionamento e la relativa  tecnologia di questa trasmissione ➡  vi rimando a questo favoloso articolo di Massimo Clarke, il quale ne spiega la storia e il funzionamento in linguaggio semplice e comprensibile anche ai meno tecnici.
Honda non è nuova a questi “esperimenti”, già qualche anno prima uscì con la DN01 una cruiser che fu definita “la moto di Batman“, dotata di motore bicilindrico del Transalp e del cambio automatico CVT di tipo Badalini, ma lanciare sul mercato la nuova ipertecnologica VFR, una “sigla” storica e una delle moto “icone” della tradizione Honda in versione DCT, dotata dell’altrettanto innovativo motore V4, significa che non può trattarsi solo di “un altro” esperimento.

vfr1200_cambiodsg_2Dal punto di vista del popolo, tra gli appassionati delle due ruote, la moto con il cambio automatico è “qualcosa” di inconcepibile, una contraddizione in termini, quasi una bestemmia.
Non è andata molto meglio nemmeno per la stampa specializzata e tra gli addetti ai lavori che hanno accolto questa novità con un certa freddezza.
Tuttavia alla Honda non si sono certo lasciati intimidire dalle prime impressioni, evidentemente erano consapevoli che una “rivoluzione” di questo tipo necessita di tempo per essere appresa e assimilata.
All’Eicma 2011 arriva la famiglia ➡ New Mid (Integra, NC 700 X e S) e la VFR 1200 X alias Crosstourer, tutte (tranne Integra) in doppia versione cambio manuale e DCT di seconda generazione, a cui si aggiunge l’aggiornamento della stessa VFR 1200 F.

In questi due anni, l’iniziale scetticismo si è man mano trasformato in curiosità per poi tramutarsi in apprezzamento, sia sulle riviste specializzate (emblematico questo articolo su ➡ Motociclismo ), sia tra i clienti, che, anche grazie agli Honda Live Tour, hanno potuto provare direttamente le moto della gamma DCT.

Personalmente dapprima avevo provato ➡ l’Integra,  poi la ➡  NC700X con cambio manuale poi con DCT, e su questo motore poco potente ho trovato il cambio automatico davvero fantastico, dal mio punto di vista la NC700 X con il cambio tradizionale non ha senso di esistere, infatti anche le percentuali di vendite delle due versioni si sono quasi livellate,  questo è un dato molto significativo considerato che su questa moto, sostanzialmente economica,  il DCT incide sul prezzo di 1000 euro.
Ancora più esaltante il risultato commerciale della CrossTourer che nel 2013 ha raggiunto il 70% del immatricolazioni in versione DTC, in poche parole, chi l’ha provata si è tolto dubbi e pregiudizi sul doppia frizione (e l’ha pure comprata !) 😛 .

Io aspettavo l’occasione di provare il DCT sulla mia VFR 😛 , e finalmente mi è capitato di provarla in versione 2013 (nera).
Ero curioso di capire se l’accertata utilità del cambio automatico sul bicilindrico della NC700, indubbiamente parco in tutto (coppia, potenza e consumi), fosse la stessa anche su una moto con un motore così esuberante di coppia e potenza come il V4 1200, ma nel mio subconscio probabilmente ero alla ricerca della conferma che la mia VFR con cambio tradizionale fosse meglio della DCT. 👿

Conferme presto vanificate, quando caddi con l’Hornet per una banale scivolata  dissi “la prossima moto avrà l’ABS”,  e dopo 3 giri con la VFR 1200 DTC ho sentenziato: “la prossima moto molto probabilmente avrà il DCT (e l’abs.. ovviamente)” 😛
I 10 kg in più della VFR con cambio automatico non si sentono (o quasi), questa roadsport è bella pesantina ma ben bilanciata quindi l’aumento di peso non influisce più di tanto; dopo aver inserito la prima marcia tramite il pulsante (le prime volte si rimane basiti), percorsi i primi 50 mt mi fermo ad un incrocio e arriva subito il primo punto a favore del DCT; invece di girare la testa rimanendo piegati e mantenere tirata la leva della frizione, si può fare tutto molto più comodamente con una mano sola, al resto pensa la moto (ne giova anche la sicurezza). 😆

Esco dall’incrocio, sono in modalità “D-Drive” (quella standard), le marce entrano come fucilate, il V4 sembra ancora più fluido e più ricco di coppia della versione con cambio manuale, per il primo chilometro rimango “sul chi va là” sembra tutto troppo semplice, quasi finto, effettivamente manca qualcosa a cui pensare, manca qualcosa “da fare”, cambiare!. 😳
Arrivano le prime curve, nemmeno il tempo di pensare a “come e quando” la moto cambierà, che il DCT ha già scalato, veloce, dolce senza strappi o imprecisioni, ma sopratutto nel 98% dei casi, la cambiata avviene dove la farei io manualmente !, inoltre  con il cambio automatico spariscono completamente quei leggeri “strappi” del cardano, che diventa perfetto!.  😛
Arrivo ad un altro incrocio, mi aspetta un lungo rettilineo, metto la modalità “S-Sport” e spalanco il gas e VFR parte a razzo, le marce  sono più “tirate”, cambia il sound, cambiate velocissime nessun calo di giri, strepitoso !
Affronto un tratto misto e inizio a “giocare” con i pulsanti, cosa da evitare le prime volte, la modalità totalmente manuale non mi piace, utilizzare il pollice per scalare e l’indice per salire di marcia non la trovo intuitiva, a quel punto meglio la “vecchia” leva della frizione. La modalità “D-Drive” alla fine credo sia la migliore, sia dal punto di vista delle prestazioni che dei consumi, se voglio una marcia diversa basta agire sul pulsante desiderato (ad esempio scalare per fare un sorpasso più deciso) e poi il DCT ritorna automaticamente alla mappa selezionata. E’ disponibile inoltre una “leva del cambio” finta che vi permette il cambio marcia con il piede al posto dei pulsanti sul manubrio sinistro, provato pure questo, notevole !  😉

Bhe che dire di più?: che piaccia o no, che sia difficile da ammettere o no, credo che la “strada” per il futuro sia in parte tracciata, basti vedere l’efficienza del cambio Honda in MotoGP per rendersi conto che il DCT non sarà una fugace apparizione tecnologica. A chi sostiene che è “più bello cambiare”, rispondo che con il DCT è “più bello guidare”, c’è una “cosa” in meno da fare e più tempo per concentrarsi sulla guida e gustarsela appieno.
Ovviamente chi fa un uso più turistico della VFR ne trarrà ancora più vantaggio, chi predilige l’aspetto sportivo (anche se il VFR di sportivo ha poco) sarà un pò più indeciso tra il cambio manuale o DCT, ma a mio avviso per l’uso “medio” di questa moto, viaggi, giornata tra i passi, vacanze, alla fine i vantaggi del DCT sono più degli svantaggi! 😛

Per concludere, per questa/e moto vale sempre e ancora di più il concetto che le moto … VANNO PROVATEEEEEEEEE!!  :mrgreen:

Alla prossima.

D.

One comment

  1. ciao Davide, ho acquistato da poco una vfr1200 dct usata, e sentivo il bisogno di una leva cambio che facesse le funzioni degli comandi manuali, quando cercando su internet ho trovato la tua recensione che cita proprio il dispositivo da me cercato.
    puoi darmi cortesemente qualche info su marca e modello per acquistarlo?

    grazie, cordiali saluti
    gd

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *