Sardegna in moto: da Ula tirso a Sant’ Antioco

Itinerario 3: da Ula tirso a S. Antioco

Cielo terso e temperatura mite, iniziamo questo terzo giorno nel migliore dei modi 😛   :mrgreen:  .
Lasciamo rapidamente il ranch Sa tanchitta a Ula Tirso e ci immettiamo sulla SS388, una statale veloce con tante belle curve che ci permettono di scaldare subito le gomme  :mrgreen: .

Non solo, dopo Busachi  questa strada denominata del “Tirso e del Mandrolisai”, ci regala bellissimi scorci  panoramici sul lago Omodeo, un bacino artificiale formato dallo sbarramento del fiume Tirsu tramite la Diga Eleonora d’Arborea.
Rapidamente arriviamo a Fordongianus, un caratteristico paese dell’oristano, superato il quale la statale ci riserva ancora un paio di chilometri di gustose curve veloci, per farsi poi più rettilinea e monotona fino a Ollastra, dove iniziamo a trovare un pò di traffico civilizzato   :mrgreen:  .

Ancora 20 km scarsi e siamo a Oristano, senza entrarci puntiamo verso la prima meta di oggi, le rovine di Tharros nella penisola del Sinis.

 

Prendiamo la statale per Cabras,  località nota per gli allevamenti di muggini le cui uova salate ed essiccate vengono trasformate nella famosa bottarga. Sulla SP6 attraversiamo un suggestivo ponte a pelo d’acqua sullo stagno di Cabras, la strada è dritta e noiosa ma veniamo ripagati dal paesaggio, tipicamente lagunare, dove terra e acqua si mescolano quasi confondendosi  🙂 .
Giunti a S. Giovanni in Sinis ci sembra di essere al confini del mondo, finisce pure l’asfalto ❗ che se avete una crossover /adventure bike vi fa pure piacere, ma alla mia VFR 1200 lo sterrato sta un pò indigesto 😈 .
Con cautela proseguiamo ugualmente (anche se non si potrebbe) verso le ➡  rovine di Tharros, c’è qualche scolaresca a farci capire che non siamo gli unici in questa desolazione, belli comodi andiamo a parcheggiare all’ombra, proprio di fronte all’entrata del sito archeologico   :mrgreen:  .

Quella che doveva essere una tappa culturale è diventata presto una tappa balneare  :mrgreen: .

Non resistiamo alla meravigliosa spiaggia deserta e al mare incantevole, rapidamente ci cambiamo: da casco,giacca e stivali passiamo a cappellino, costume e infradito. :mrgreen: . Nonostante i quasi 30 gradi all’aria, l’acqua sarà sui 16-18 gradi, Remo è il primo che si lancia come un vero gladiatore, io rifletto, tentenno, rifletto e tentenno ancora ma alla fine, per ultimo mi butto ❗
Primo bagno 2015, acqua stupenda ma che freddo ❗
Dopo un’oretta di spiaggia ci facciamo la passeggiata panoramica alla torre costiera di S. Giovanni  che sovrasta il sito archeologico, dall’alto si vedono splendici scorci, insenature e spiaggette nella punta di questa penisola.
E dopo il bagno di solito viene fame  :mrgreen: . Anche oggi l’intenzione è di stare leggeri, inoltre siamo appena ad un terzo dell’itinerario,   al bar del sito entriamo convinti per un panino e usciamo dopo esserci gustati un piatto di spaghetti alla bottarga da antologia, pecorino, pane casarau e ovviamente Ichnusa  🙂 .

Nel primissimo pomeriggio ci rimettiamo  in marcia senza indugio. Ritornati  a Oristano, la attraversiamo abbastanza velocemente passando per il centro città, superata Santa Giusta rimaniamo sulla SP49 verso Arborea.

La strada non fa una curva per quasi 10 km, tutti in mezzo alla campagna, poco dopo lo stabilimento dell’Arborea latte, inizia la danza dei navigatori :mrgreen: . La direzione è verso la Torre dei Corsari sulla costa verde, il mio Tom Tom ci fa fare una strada, il Garmin di Guido invece taglia e di parecchio.
La scelta sembra scontata ma la Sardegna è ancora una terra rude e non è infrequente trovare strade non asfaltate, che preferirei evitare  😉 . Ci fidiamo del Garmin , e cominciamo a tagliare in mezzo ai campi su strade poco asfaltate, buche (anzi voragini), tratti sabbiosi, insomma  roba da Africa Twin  :mrgreen: . Arriviamo ad un borgo di pescatori chiamato Marceddi, che si trova sull’omonimo stagno attraversato da una diga ufficialmente non transitabile.
Siamo un pò diffidenti ma ci infiliamo ugualmente sull’unica carreggiata della diga in coda ad altre auto, ovviamente nell’altra direzione parte un camper 👿   👿  .

Alla fine passiamo e ci immettiamo sulla SP4.19 , il nome sembra la release di un software, ma non uno qualsiasi, un videogame ❗ . La strada è un dolce saliscendi di veloci curve in mezzo a verdi dune di macchia mediterranea,  siamo soli  sopra ad un asfalto da pista (o quasi), per fortuna siamo inebriati dal paesaggio e dai profumi di maggio, quindi con il gas riusciamo a trattenerci, ma che fatica ❗   😎 . Arriviamo a ➡  Torre dei Corsari una località turistica estiva che prende il nome dall’omonima torre di osservazione spagnola, che raggiungiamo direttamente.
Inevitabile la sosta  per godere di un panorama strepitoso sulle immense e splendide spiagge di questa zona, che dal mare salgono sino sulla collina creando imponenti dune di sabbia.
Ritornati sulla SP4.19 continuamo a scendere in direzione Arbus. Provate a dire ❓  Siamo solo noi,  la strada è splendida e passa in mazzo a colline di macchia mediterranea e verdi campi, di fronte abbiamo 30 km di curve mozzafiato, con scorci panoramici unici come quello su Porto Palma ❗ :mrgreen:  .

Passiamo per Montevecchio dove si trova una delle ➡  miniere più belle di tutta la Sardegna, purtroppo non c’è il tempo per visitarla, proseguiamo sulla SP68 che sale a mezza costa e ci permette di gustare dall’alto parte del sito minerario, anche qui curve e ancora curve fino ad Arbus.
Arbus è un paesone costruito sui rilievi di granito bianco di questa zona, da cui si desume derivi il nome (albus), è anche noto per i museo dei coltelli sardi.
Procediamo sulla SP 126 verso Fluminimaggiore,  la strada è quasi tutta in leggera discesa, qui io e Remo lasciamo i freni inibitori e dopo una ventina di chilometri con il coltello tra i denti  😉 , abbiamo i riccioli sulle gomme, quasi come in pista ❗ ❗ .
Prima di entrare in paese prendiamo per Portixeddu sulla SP 83, dopo una decina di minuti ci ritroviamo in riva al mare fiancheggiando una bellissima spiaggia che si allunga sin quasi a Buggerru.
Siamo a metà pomeriggio e scatta l’ora del nostro tè delle 5, ovvero una rinfrescante Ichnusa Radler  :mrgreen: .

Buggerru è un’altro bel paese incastonato in una insenatura tra collina e mare, mi ricorda un pò le cinque terre  🙂 , dopo la sosta rigenerante  proseguiamo sulla provinciale 83 che diventa oltremodo divertentissima con curve velocissime  tra colline di roccia dolomia, quasi come in un canyon  :mrgreen: .

Pan di Zucchero
Pan di Zucchero

Passando per Nebida si godono di spettacoli scorci di costa, su tutti la bellissima vista sul faraglione chiamato Pan di Zucchero, che precede di qualche km la lunghissima spiaggia di Fontanamare.

La festa :mrgreen:  di curve finisce quando la SP 83 confluisce nella SS126 Occidentale Sarda Sud, che ci porta prima a Carbonia, poi senza particolari emozioni, sino all’entrata di Sant’ Antioco, nostra destinazione.
Sant’Antioco è un’isola nell’isola  :mrgreen: , collegata alla maggiore tramite un istmo artificiale; entrati nella cittadina dopo qualche centinaio di metri sul viale principale arriviamo al ➡  B&B il Melangolo, che dispone di un bellissimo giardino interno dove parcheggiamo le moto.
Dopo la scorpacciata di specialità sarde della sera prima, optiamo per un locale più commerciale ma il pecorino sardo in tavola c’è comunque, poi due passi a conclusione di un’altra splendida giornata.

Domani si parte ➡  per la costa sud, stay with us  :mrgreen: .

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