Sardegna in moto: da Olbia a Stintino, la costa nord

Prologo

Come tanti amici motociclisti, anch’io per anni ho considerato le strade dei nostri famosi passi alpini e le mitiche “strasse” austriache e  tedesche, come le più belle e divertenti da percorrere in moto  :mrgreen: . Poi ho scoperto la Sardegna  :mrgreen: .
Erano anni che volevo andarci (in moto), poi come spesso accade c’è sempre un motivo o l’altro che ti costringono a rimandare, quest’anno no e a maggio siamo partiti per 5 splendidi giorni.

Siamo…. infatti non sono partito da solo, da subito con me Geppo, poi si sono aggiunti Andrea, Remo e Guido, 5 amici con 5 moto diverse: VFR 1200 F, TDM, Transalp, NC750X e CBF1000.

Prima della partenza c’è stata una lunga preparazione, in particolare gli itinerari opportunamente studiati per percorrere 200-240 km al giorno, e per gli alloggi per i quali ci siamo orientati solo su agriturismi e B&B di cui la Sardegna è piena; fuori stagione è sempre opportuno telefonare o mandare una mail, le strutture sono quasi tutte a conduzione famigliare meglio andare sul sicuro.

Per ultimo il traghetto, abbiamo viaggiato sempre in notturna, fuori stagione i prezzi sono accessibili e si può godere della giornata piena,  in 3 siamo partiti da Livorno, gli altri 2 da Civitavecchia, appuntamento al porto di Olbia  🙂 .

Itinerario 1: da Olbia a Stintino, la costa nord

Sbarchiamo a Olbia verso le 7.30 del mattino di uno splendido sabato e ci sono 26 gradi, si sta da Dio. Abbiamo evitato di fare colazione in traghetto perchè fa pietà e costa una cifra, poco male, sul lungomare di Olbia ci sono diversi bar, ci fermiamo nel primo. Manco il tempo di finire il caffè che i solerti vigili ci fanno (giustamente) sloggiare visto che abbiamo parcheggiato in area pedonale ❗ .
Il ruolino di oggi prevede circa 220 km, da Olbia prendiamo per Arzachena Costa Smeralda, c’è un pò di traffico, meglio perchè la SS125 ti invoglia immediatamente a fare le peggio cose sulle sue sinuose curve e saliscendi californiani.

 

Appena fuori Cannigione si apre il suo splendido golfo, il panorama merita la prima sosta foto.

 

 

Proseguiamo e dopo qualche km siamo al famoso Capo d’Orso.
Ci prendiamo quell’oretta necessaria per salire a piedi fino in cima alla roccia levigata dal vento (che non mancava neanche quel giorno), che ha creato questa scultura naturale a forma di orso. Da lassù si gode anche dell’incredibile spettacolo dell’arcipelago della Maddalena con Caprera e Spargi.

Ripartiamo passando per la vicinissima Palau che attraversiamo velocemente per ritornare sulla SS125, dopo una decina di km rientriamo verso Porto Pollo – Isola dei Gabbiani.
Questa isoletta è collegata a Porto Pollo da una sottile e breve striscia di sabbia battuta,  qui è il paradiso del surf e kite surf con annesse scuole, ci sono anche alcuni simpatici chioschi già aperti, l’ideale per una sosta caffè ammirando queste splendide, e per ora deserte spiagge.

Ci rimettiamo in marcia verso S. Teresa di Gallura, la statale è favolosa e dopo una ventina di km siamo davanti alla famosa spiaggia Rena Bianca dove in questa bellissima giornata c’è già qualcuno che fa la prova costume.
Fin’ora abbiamo fatto quasi più soste che km :mrgreen: , decidiamo dunque di metterci in marcia a testa bassa; il vento della Gallura si fa sentire parecchio e la mia piccola borsa da serbatoio magnetica si muove, la sp90 è caratterizzata da lunghi saliscendi e da curve veloci sempre fiancheggiata dalla tipica vegetazione da macchia mediterranea.
Dopo un’oretta ci spostiamo di nuovo sulla costa a visitare Isola rossa, piccola località che prende il nome dall’isolotto di rocce rosse che si trova di fronte al centro abitato.
C’è già qualche locale aperto ne approfittiamo per la sosta pranzo al ristorante ➡  Coccodrillus dove gustiamo ottimi piatti di pesce e il primo giro di Ichnusa  :mrgreen: .

Ritornati sulla SP90, ci attende una spettacolare sequenza di curve veloci fino a Badesi, poi più tranquillamente ci dirigiamo verso uno dei borghi più belli d’Italia, Castelsardo.
Giunti nell’abitato saliamo e parcheggiamo le moto a ridosso del borgo.
A piedi proseguiamo per una visita di almeno un’ora, sufficiente per vistare l’antico centro storico con le sue stradine pittoresche, i ristorantini e i negozi di souvenir, tra cui spiccano le donne anziane sedute sulla soglia di casa intente alla lavorazione dei cestini di vimini. La passeggiata non può che comprendere anche l’antico camminamento medioevale, dal convento di San Martino fino alla stupenda cattedrale di S. Antonio Abate, la cui architettura  in stile gotico catalano spicca la torre campanaria dalla cima decorata in maiolica, il tutto in un contesto a strapiombo sul mare da cui si gode di un panorama straordinario.

Siamo ormai a metà di un caldo sabato pomeriggio, dopo un’altra Ichnusa (questa volta Radler :mrgreen: ) ci rimettiamo in marcia verso la meta finale di giornata, Stintino.
Percorriamo una ventina di km sulla scorrevole  SP 200 per poi tagliare sulla più noiosa SP  25 fino a lambire Porto Torres e la sua zona industriale, sicuramente la parte più brutta dell’itinerario odierno. Negli ultimi trenta km di SP 57 e SP 34 il paesaggio è completamente cambiato, ora più pianeggiante e ancora più verde con diversi terreni coltivati, arriviamo così alla penisola di Stintino, superiamo l’abitato dirigendoci alla famosa spiaggia della Pelosa.

La temperatura lo consente, quindi dopo una rapida svestizione,  ci lanciamo a bagnarci i piedi nelle meravigliose fredde acque color turchese che hanno reso famosa questa distesa di sabbia fine e bianchissima.

Giusto il tempo per osservare lo splendido panorama e fare un pò di foto con la torre aragonese da sfondo e rientriamo nel centro del paese, dove ci attende il nostro alloggio, il ➡  B&B La Reale. Veniamo accolti come vecchi amici dal titolare Antonello (Nenne), la casa si trova a poche decine di metri dal porto turistico,  dalle accoglienti e spaziose camere al primo piano  si gode di un panorama mozzafiato, c’è anche  un comodo cortile interno che usiamo da parcheggio moto 😉 .
Aperitivo prima di una doccia rilassante, poi andiamo alla ricerca di un ristorante aperto, cosa tutt’altro che scontata in questo deserto sabato sera. La fortuna aiuta gli audaci e troviamo un’ottimo locale dove ceniamo a base di pesce e specialità sarde tra cui le famose seadas accompagnate dal mitico liquore al mirto.
Prima di riposare ci concediamo una breve passeggiata solitaria osservando il mare, immaginandoci come potrebbe essere caotico in pieno agosto  😳 , domani ci attende la seconda tappa da ➡  Stintino a Ulatirso (OR) nel centro della Sardegna.

Stay with us :mrgreen:  .