Passo Manghen e le dolomiti

Passo Manghen e le dolomiti 

Anche nel  2013 non mi sono fatto mancare il classico giro sulle alpi, anzi, più correttamente il giro è stato dolomitico. La precisazione è importante e doverosa, sopratutto se andate in giro con degli amici appassionati della montagna come Vittorio e Paola 😛 ,  le Dolomiti sono   ➡  “dei gruppi montuosi caratterizzati da una prevalente presenza di roccia dolomitica, comprese tra le province di Belluno, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone.”  🙄 , guai a sbagliarsi o a confonderle con un generico “vado a fare un giro in montagna”   😛    😀  .

Ora che dal punto di vista geografico ho messo i puntini sulle “i” , completo l’opera dicendo che dal punto di vista logistico mi sono aggregato al tour ottimamente organizzato da Andrea per il ➡  Club Quelli dell’Ala, tuttavia non contento, ci ho aggiunto il mio “tocco” personale, infatti due giorni mi sembravano insufficienti per saziare la mia voglia di curve, inoltre avevo da poco montato le nuove Michelin Road 3, era necessario un “test” approfondito, serviva un giorno in più. 😛
Così è stato, ai due giorni (sabato e domenica) del pacchetto club, ci ho aggiunto il venerdì con un  itinerario preparato e condiviso con Luca aka Ragno che doveva essere il mio compagno di viaggio, purtroppo per lui, un inconveniente tecnico 👿  lo ha appiedato il giorno prima dalla partenza, costringendolo a rinunciare ad un giro davvero spettacolare. Luca…. ci rifaremo  😛

Il rendez vous con gli amici del club era previsto per il sabato a ora di pranzo a Sauris di Sopra, avevo studiato il mio itinerario di “avvicinamento” inserendo più curve e passi possibili, con sosta pernottamento  a Corvara in Badia. Venerdi mattina parto dunque in solitaria, la giornata è bellissima e il meteo promette bene tutto il weekend, nonostante ciò, quando vado in “montagna” sono sempre equipaggiato per affrontare un eventuale acquazzone estivo, che di solito appare dietro a una curva quando meno te lo aspetti 👿 .

La prima meta è il Passo Manghen, sino ad ora non mi era mai capitato di farlo nonostante si trovi a poco più di 200 Km da casa mia, si sale da Borgo Valsugana che si  può raggiungere da sud passando per Padova e Bassano del Grappa, oppure da nord scendendo da Trento sempre tramite la Statale della Valsugana.

Da Borgo Valsugana si prende per Telve sulla SP31, a parte un gruppo di case a valle, la strada passa attraverso splendidi e silenziosi boschi, la carreggiata è larga il “minimo sindacabile” ma ben asfaltata,  per i primi 10 Km non è molto tortuosa, curve relativamente veloci alternate a tornanti semplici, mentre negli ultimi 6 Km si fa più stretta e impegnativa, gli alberi si diradano lasciandovi  ammirare l’assoluto spettacolo della natura che vi circonda, attenti a non distrarvi troppo però, si rischia di “pestare una m..” :mrgreen: , infatti le mucche che pascolano sui versanti della montagna attraversando la strada lasciano qualche “ricordino” :mrgreen: .

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Lago sul Passo Manghen

Nonostante fosse orario di pranzo, salendo non ho incontrato nessuno, ho potuto godermi ogni curva senza pensare a sorpassi o a curarmi di altri veicoli, davvero spettacolare! 😛 . Spettacolare quanto quello che vi aspetta al Lago Cadinello, un laghetto che si incontra dopo alcune curve dal cartello dei 2074 s.l.m. del Passo Manghen, ai bordi c’è un bel bar ristorante con tavoli all’aperto dove mi sono gustato 2 bei wurstel alle erbe, strudel e birretta in una cornice da cartolina.

Dopo il pranzetto e un pò di foto, risalgo in moto e riprendo la strada, ora in discesa verso Castello-Molina di Fiemme, il gusto che trasmette il nastro d’asfalto non cambia, curve dolci intercalate da vari tratti rettilinei e da una decina di facili tornanti, in men che non si dica macino i 16 Km dell’altro versante del Passo Manghen che mi lascio alle spalle con uno splendido ricordo.  :mrgreen:

A valle seguo le indicazioni per la SS48 in direzione Cavalese, poco prima di entrare in paese prendo a sinistra per la SS 620 verso il Passo Lavazè. Fino all’abitato di Varena la strada è bella larga, curve veloci che invitano a correre (troppo) poi diventa più stretta pur rimanendo scorrevole e senza tornanti.

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Dopo 15 minuti scarsi mi trovo il cartello del passo (di già ❓ ..uff 👿 ), anche qui sul Lavazè a 1800 m.s.l il panorama non scherza, con lo splendido lago attorniato da varie attività ricreative e sportive per grandi e piccini. 😀

In discesa la strada è leggermente più tortuosa pur rimanendo molto scorrevole e piacevole, giunti quasi a valle si fiancheggiano i monti del comprensorio sciistico di Obereggen che si raggiunge da un incrocio nell’abitato di Navale.

La mia prossima destinazione è il lago di Carezza, proseguo dunque sulla statale 620, bella poco trafficata e ben asfaltata, tutte condizioni che in aggiunta alle ottime ➡  Michelin Road 3 montate da poco, creano un mix che mi invita a darci del gas senza troppi complimenti,  cerco comunque di mantenere acceso il cervello e di non esagerare!  :mrgreen:
A Ponte Nova incrocio la SS241 o della Val d’Ega e prendo verso destra in direzione Nova Levante, il nastro d’asfalto ha le stesse caratteristiche di prima, ma, per fortuna 😥 ,  qui il traffico è un pò più sostenuto quel tanto che basta per calmare i bollenti spiriti ! 😛

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Lago di Carezza

Dopo una quindicina di minuti arrivo ad una delle perle delle dolomiti, il lago di Carezza! :mrgreen: ; erano diversi anni che non ci passavo dunque volevo fare una sosta, ma fermarsi e parcheggiare sulla strada è sempre stato un problema per via del poco spazio, da qualche anno però c’è una bella struttura commerciale con negozi e parcheggi che facilitano e invitano a sostare per ammirare una delle mete turistiche più gettonate del Trentino-Alto Adige. Oltre ai negozi e ai bar ristoro, c’è un utilissimo sottopassaggio della statale che conduce direttamente al sentiero attorno al lago, da qui potete ammirare le splendide acque color verde scuro nelle quali si riflettono il massiccio del Catenaccio e del Latemar; sono fortunato, in questa bellissima giornata lo spettacolo che mi appare di fronte è davvero da cartolina!
Mi sono preso il tempo necessario per una bella pausa caffè e per fare un pò di foto prima di rimettermi in marcia in direzione Passo Costalunga che dista pochissimi km sempre sulla SS241 in direzione val di Fassa.
Il Costalunga è probabilmente meno blasonato di altri passi dolomitici, però è molto bello, è tortuoso il giusto e regala un bel pò di piacere in tutti i suoi 9 km fino a Vigo di Fassa.
A valle, complice il caldo, inizia a farsi sentire anche un pò di stanchezza, ho ancora 2 passi prima di arrivare all’hotel, sulla SS48 il traffico è quasi da città, a peggiorare la marcia c’è una sequenza impressionante  di “baracchini” Velo-OK 👿 , fino a Canazei dove mi ritrovo fermo in colonna dietro a pulman e camper (maledetti  😈 )  😛 .

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Il Sassolungo visto dal Passo Sella

Appena fuori dal paese, c’è la rotonda per il passo Sella la mia prossima meta; la salita inizia subito con una bella serie di tornanti, se non erro almeno 10, la strada è favolosa, gira ai piedi del gruppo del Sella incrociando numerosi impianti di risalita, allo svincolo per il passo Pordoi la strada diventa la SS242, 6 km di puro divertimento fino in cima al passo a 2240 mt.
Breve sosta per qualche foto di rito al Sassolungo, una sbirciatina a qualche altra moto vicino al bar (per non perdere l’abitudine :mrgreen: ) e poi giù verso la val Gardena in direzione del relativo passo che si raggiunge svoltando a destra sulla SS243 qualche chilometro più a valle.
Dall’incrocio la strada è subito tortuosa con alcuni tornanti, poi si fa più dolce e sinuosa per tornare più serpeggiante in prossimità del passo, in cima decido di non fermarmi, proseguo dunque godendomi un’altra decina di spettacolari tornanti fino a Colfosco per giungere poi il garni ➡ Ciasa de Munt (consigliatissimo:mrgreen: . Dopo 5 passi e quasi 400 km sono cotto a puntino, mi godo un bagno rilassante e una sana cena tirolese a base di canederli, funghi, formaggio e polenta  😛 , due passi per il centro di Corvara, una grappa sgorga budella 😛  e poi a letto.

Sabato sveglia seguita da colazione (con ogni ben di Dio) alle 8, la giornata è splendida e l’aria fresca di montagna tempra il giusto, il mio itinerario  per raggiungere il gruppo Quelli dell’Ala a Sauris di Sopra prevede 133 km pieni di curve, sono carico, il VFR ha dormito coperto, saluto Corvara e mi dirigo verso la prima meta, il Passo Furcia.  8)
Le condizioni di traffico sono già cambiate, più intenso ma ben scorrevole,  sulla SP244 supero la Villa e proseguo fino all’incrocio per S.Vigilio di Marebbe, attraverso il paese ai piedi di Plan de Corones  e prendo per il passo Furcia!
Il Furcia è un passo più rude, meno turistico, in cima non c’è praticamente nulla se non gli impianti di risalita, l’asfalto non è pari agli altri passi in discesa ci sono un po’ troppe buche e avvallamenti rispetto allo standard di zona. Arrivo a Valdaora dove faccio una sosta caffè in ricordo di quando venivo a sciare con mio papà da ragazzino, poi prendo la statale della val Pusteria, molto trafficata ma sempre meravigliosa, percorro  20 km  in quest’ampia vallata con stupendi prati in fiore sovrastati dalle montagne 8) , superato il caos di Dobbiaco dopo qualche km prendo per S.Candido direzione Sesto.

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Cima Undici

La SS52 del Passo Monte Croce non è una strada, è una pista 😛 ! Roba da far uscire il peggio del motociclista che è in voi, una decina di km con una serie di curve veloci da raccordare in salita, divertimento puro con il rischio di bruciarsi la patente! Prima di svalicare è d’obblico una tappa nel parcheggio dell’hotel Kreuzbergpass per fare una foto a Cima Undici (e per darsi una calmata  🙄 ), poi si prosegue in discesa con un’altra libidinosa sequenza di curve, arrivo fino a Padola dove imbocco la sconosciuta SP532 verso l’altrettanto sconosciuto passo Sant’Antonio. Per fortuna che è sconosciuto, questo significa che è poco trafficato e posso godermelo in tutto il suo splendore, non è molto tortuoso, tranne nella parte finale dove si susseguono una decina di tornanti fino a sbucare a Auronzo di Cadore.

IMG_0811-webSono un pò in anticipo,  mi fermo una decina di minuti a fare qualche foto al lago poi riparto in direzione del passo Casera Razzo che si trova una manciata di km prima della mia meta finale della mattina, ovvero Sauris di Sopra. Da un’improbabile incrocio in salita in curva si prende la SP619 verso Laggio di Cadore, superato il quale la strada si immerge in silenziosi boschi, anche qui il traffico è praticamente nullo, ad un certo punto la via diventa quasi una mulattiera stretta e ripida, fortunatamente è asfaltata da poco quindi a parte il brecciolino a cui fare attenzione, si percorre bene. In cima, usciti dal bosco, improvvisamente appare una  baita ristorante con alcuni motociclisti seduti all’aperto che mi salutano, ormai è ora di pranzo e  il meteo è già cambiato, c’è qualche nuvola tipica da “addensamento pomeridiano”  👿 . Procedo per un’altro chilometro circa e trovo l’incrocio della SP73 che mi porterà fino a Sauris. Questi ultimi 9 km sono in mezzo al nulla più assoluto che non siano gustose curve e piacevoli tornanti, fino a giungere all’abitato di Sauris di Sopra, uno sparuto gruppo di case dove attenderò il gruppo Quelli dell’Ala per pranzare alla speck stube  😛 .
Paziento affamato per una mezzoretta, il gruppo arriva e dopo i saluti di rito, finalmente ci accomodiamo in questo piccolo locale per pranzare con una deliziosa selezione di prodotti tipici locali, speck, lardo, pancetta e formaggi, degustazione annaffiata da una birra scura affumicata tutta da gustare, il tutto ampiamente descritto da Flavio, definirlo  oste è riduttivo, forse è più corretto definilo un poeta dello speck  😛 .
Se ci passate fermatevi, ma se non ci passate…fate in modo di passarci ! :mrgreen:  😀

Nemmeno il tempo di uscire ed eccolo….l’acquazzone pomeridiano è arrivato! 😈  attendiamo 10-15 minuti che passi lo scroscio e poi si parte ripercorrendo il passo Casera Razzo, l’asfalto è bagnato a tratti e io mi godo il grip delle Michelin Road 3 che su terreno viscido si confermano eccezionali !  :mrgreen:
Superato il passo prendiamo  la SR465 della Val Pesarina sulla quale percorriamo 25 sinuosi km fino  a Ovaro sulla SR355 che costeggia il torrente Degano. Ci avviciniamo alla meta finale della giornata Forni di Sopra, la strada ricomincia a farsi interessante da Forni di Sotto, tuttavia è bagnata quindi c’è da prestare attenzione, giunti alla meta il gruppo si divide in “due” nei rispettivi alberghi, a me tocca l’Albergo Centrale dove poi ci riuniremo tutti per  cena. A tavola ho la “botta di c…”  😛 di sedermi con Loris e Corrado i quali parleranno ininterrottamente di moto, motori, marmitte, oli, cambi, concessionari etc..per fortuna a fianco a me c’è il giovane Filippo che saltuariamente riesce a fermarli  🙄 . Dopo cena nemmeno il tempo di fare 2 passi che parte un temporale che durerà tutta la notte.

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Lago di Misurina .. sempre stupendo

Domenica mattina il cielo è di un azzurro stupendo, dopo i preparativi si riparte in gruppo verso il Passo Mauria, la strada è ancora umida ma si viaggia bene, oltretutto c’è quella tipica brezza montana che io adoro 😆  , rapidamente siamo ad Auronzo che oltrepassiamo in direzione lago di Misurina dove faremo la prima sosta di giornata.
Qualcuno che conosco direbbe “Il lago di Misurina è sempre il lago di Misurina … non ci sono c@..i”  :mrgreen: sopratutto in questa bellissima giornata si gode appieno dello spettacolo del Sorapiss a sud e delle Tre cime di Lavaredo a nord.

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A Cortina

Caffè, foto, souvenir e poi si riparte verso la perla delle dolomiti, Cortina, ci arriviamo tramite la via più lunga la SS51 che sale da nord del lago di Misurina per poi tornare fino alla rinomata località invernale dei vip.
Fa caldo, troviamo parcheggio al pala ghiaccio che è ad una bella camminata da Corso Italia, che raggiungiamo per uno “struscio”, una sbirciatina ai negozi e l’immancabile foto al campanile.  😉

La fame si fa sentire, più quella per le curve del passo Giau che quella alimentare 😀 , ritornati alle moto usciamo dalla cittadina ampezzana in direzione passo Falzarego per prendere poi la SR638 verso l’agordino.
Decido di farmi la salita in solitaria così stacco il gruppo, dopo qualche curva mi trovo davanti un fenomeno 👿 ,su una Guzzi, che viaggia a zonzo senza guardare negli specchi, riesco a evitare una valigiata per un soffio, un sincero vaffa 😡 … giù un paio di marce e via, la strada non è perfetta come su altri passi ma si fa ugualmente ben apprezzare, poco dopo mi trovo un CrossRunner race inspired che taglia un pò ovunque, mi accodo ma appena riesco lo supero  e con passo deciso e arrivo in cima.  :mrgreen:
Al rifugio ci sono TUTTI ❗  💡  Centinaia di moto parcheggiate ovunque, mi guardo intorno per trovare un “buco” dove fermarmi, convinto che faremo sosta pranzo qui, nel mentre arriva il resto del gruppo e dopo aver “strappato” a fatica 2 metri quadri come se fossimo all’ipermercato la vigilia di Natale, scopro che siamo fermi solo per le foto di rito, mangeremo al prossimo ristorante.
Giunti al rifugio Fedare ci attendono i tavoli a noi riservati, dove gusteremo il  menù  a base di canederli, gulash con polenta e dolci vari che ci sfiancherà definitivamente !  😥 .

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Si vede la pancia? Si … e l’abbiocco? Pure !

Riprendere le moto è stata dura, della discesa ricordo poco tranne il caldo e il traffico parecchio consistente sopratutto dopo Forno di Zoldo, due condizioni che sommate all’abbiocco post prandiale, fanno dei 50 Km che ci separano da Longarone una percorrenza lunga e un pò noiosa, tuttavia non rovinano i piacevoli ricordi di questo weekend. :mrgreen:

Arrivati a  Longarone saluto il resto del gruppo QDA che si dirige alla diga del Vajont in occasione del 50ario della tragedia che cambiò per sempre il volto della valle, mentre io proseguo da solo verso casa dove arriverò in perfetto orario per cena (così ho fatto contenta la moglie) 😛

Si conclude così un bellissimo weekend, una piacevole esperienza sia da solo  che con il club QDA, che ringrazio per l’efficienza e la cordialità;  adoro le alpi, le dolomiti, le strade,  i colori e i sapori di queste terre, quindi arrivederci alla prossima occasione.! :mrgreen:

Ciaoooo

13 commenti

  1. Lo sapevo che non dovevo leggerlo 😛
    Mo’ rosico come un castoro anoressico…. 
    Vabeh dai, vorrà dire che sfrutteremo queste tue conoscenze e questo tuo “giro di prova” per replicare quest’anno e fare ancora meglio  8) 8)
    Ovviamente la prox volta controllerò di non avere gomme bucate qualche giorno prima della partenza  😯 😯 👿 👿
     
     

  2. Facendo una botta di conti, sai che sto prendendo in serissima considerazione una F800R usata…(ovviamente se vendo la mia a un prezzo decente…)?
     

  3. Nessun motivo tecnico in particolare, esteticamente non mi piace, la trovo un pò “buttata lì” poco accattivante. Insomma non mi attrae. I gusti son gusti. 😉

  4. Ah ok, caRpisco… a me è sempre piaciuta… se riesco a vendere la mia da solo ci son buone probabilità che torni in bmw….. 😛

  5. Ho visto i prezzi dell’usato, effettivamente è parecchio conveniente, pensavo costasse di più.

    Vedi tu 😛

  6. Sta tutto, comunque, nel vedere l’integra a un prezzo decente.. l’unica in vendita a Fe sta a 4900 😯 😕 👿  (vabeh che è senza accessori e ha più km, però …..)

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